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Influenza A H1N1 Precauzioni e il vaccino per i trapiantati
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Influenza A H1N1 Precauzioni e il vaccino per i trapiantati
Per i trapiantati la vita non è facile in tempi di influenza A.
Nonostante che per televisione si continui a minimizzare, il virus continua a dilagare e a determinare un aumento di casi gravi e purtroppo anche di decessi.
Ultimo, in ordine di tempo, il triste evento di una bambina di Pompei (Na) di 11 anni.
Dal sito dell'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) si apprende che, seppur nella maggior parte dei casi, l'influenza A ha il decorso di una normale influenza, accade, in alcuni casi, e non sempre in persone già affette da patologie preesistenti, che la replicazione virale possa sviluppare una polmonite severa per cui occorre intervenire rapidamente con un ricovero in un reparto di terapia intensiva.
L'Influenza A H1N1 non ha lo stesso comportamento della normale influenza.
Conseguenze gravi possono avvenire anche in persone giovani e in buona salute, a differenza della comune influenza stagionale che tende a mietere vittime tra gli anziani e le persone debilitate.
Per un approfondimento dell'evoluzione dell'epidemia sugli aggiornamenti delle ultime notizie si rimanda a questa pagina:
La nuova influenza A H1N1.
Nelle persone trapiantate il discorso, come sempre in presenza di malattie infettive, si complica.
L'assunzione dei farmaci immunosoppressivi determina una vulnerabilità alle infezioni e virus di vario genere.
Ogni trapiantato sa, perché glielo hanno insegnato subito dopo l'intervento, che occorre che faccia attenzione a evitare, per quanto possibile, di contrarre raffreddori e influenze e a stare alla larga da ogni possibile occasione di contagio virale.
In una persona immunodepressa una infezione virale può facilmente determinare delle serie complicanze. E quindi ogni trapiantato in periodi di influenze cerca di cautelarsi quanto più possibile.
E ancor di più in tempi di pandemia influenzale.
Nell'ultima settimana l'OMS ha registrato un aumento del 14% dei casi di influenza A, e ovunque ci si volti vi sono persone influenzate.
Occorre quindi che ogni trapiantato faccia la massima attenzione, ancor più degli altri, a evitare di entrare in contatto con persone influenzate, e per quanto possibile, evitare mezzi pubblici, luoghi chiusi e affollati.
Se non è possibile evitarli, indossare una mascherina e ricordarsi di lavarsi più volte al giorno le mani, anche con una soluzione idroalcolica.
In particolar modo, durante il picco della pandemia, sarebbe prudente evitare del tutto i luoghi pubblici.
Da non sottovalutare inoltre le più banali
norme igieniche.
Per quanto poi riguarda la vaccinazione i pareri sono discordanti.
Negli ultimi tempi si infiammano le polemiche.
I medici tendono a non vaccinarsi. I medici che sanno gli effetti nocivi che a volte causano le vaccinazioni.
I vaccini, d'altro canto sono di due tipi, quelli con adiuvanti e quelli senza.
Premesso che non sono sono un medico, né un chimico, cerco solo di ottenere delle informazioni quanto più attendibili possibili, nella mia ricerca mi è parso di capire che gli adiuvanti servirebbero a far sì che, da una stesso quantitativo di sostanza di base, si possa ricavare un maggior numero di vaccini.
E l'adiuvante utilizzato è lo squalene. Una sostanza da alcuni posta sotto accusa, perché pare che, in soggetti predisposti, possa scatenare delle patologie silenti.
E quindi sarebbero da prediligere i vaccini senza adiuvanti.
Ma d'altra parte, da noi pare che, proprio come dicevo, per poter predisporre di un maggior numero di vaccini, siano arrivati i vaccini con adiuvanti.
E intanto dal Ministero della Salute arrivano le linee guida per le vaccinazioni.
Diramate dal dottor Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, ai Centri di riferimento regionali.
In pratica il vaccino, secondo le indicazioni del Ministero, è indicato per le pesone trapiantate da più di sei mesi, a cui saranno somministrate due dosi a distanza di quattro settimane l'una dall'altra.
E dato che in persone in terapia immunosoppressiva si prevede una bassa risposta agli stimoli vaccinali, è fortemente raccomandata la vaccinazione delle persone conviventi.
L'intero documento è possibile visualizzarlo qua.
Ma altri centri trapianti, consigliano ai propri pazienti - a parte la massima cautela ad evitare il contatto con persone malate, a indossare la mascherina in luoghi pubblici e a lavarsi frequentemente le mani - consigliano di vaccinarsi solo se è loro messo a disposizione un vaccino senza adiuvanti.
E in caso di contagio un trapiantato dovrebbe assumere dal primo giorno un antivirale.
In ogni caso ogni trapiantato, in questo periodo, occorre che faccia attenzione costantemente a chiunque entri in contatto con lui.
A volte anche un colpo di tosse può trasmettere il virus, e non c'è vergogna a indossare una mascherina all'ufficio postale o al supermercato.
L'ideale sarebbe però che negli uffici o al supermercato ci vada qualcun altro.
Le stesse cautele andranno prese anche da coloro che convivono con una persona trapiantata.
Nonostante che per televisione si continui a minimizzare, il virus continua a dilagare e a determinare un aumento di casi gravi e purtroppo anche di decessi.
Ultimo, in ordine di tempo, il triste evento di una bambina di Pompei (Na) di 11 anni.
Dal sito dell'OMS (l'Organizzazione Mondiale della Sanità) si apprende che, seppur nella maggior parte dei casi, l'influenza A ha il decorso di una normale influenza, accade, in alcuni casi, e non sempre in persone già affette da patologie preesistenti, che la replicazione virale possa sviluppare una polmonite severa per cui occorre intervenire rapidamente con un ricovero in un reparto di terapia intensiva.
L'Influenza A H1N1 non ha lo stesso comportamento della normale influenza.
Conseguenze gravi possono avvenire anche in persone giovani e in buona salute, a differenza della comune influenza stagionale che tende a mietere vittime tra gli anziani e le persone debilitate.
Per un approfondimento dell'evoluzione dell'epidemia sugli aggiornamenti delle ultime notizie si rimanda a questa pagina:
La nuova influenza A H1N1.
Nelle persone trapiantate il discorso, come sempre in presenza di malattie infettive, si complica.
L'assunzione dei farmaci immunosoppressivi determina una vulnerabilità alle infezioni e virus di vario genere.
Ogni trapiantato sa, perché glielo hanno insegnato subito dopo l'intervento, che occorre che faccia attenzione a evitare, per quanto possibile, di contrarre raffreddori e influenze e a stare alla larga da ogni possibile occasione di contagio virale.
In una persona immunodepressa una infezione virale può facilmente determinare delle serie complicanze. E quindi ogni trapiantato in periodi di influenze cerca di cautelarsi quanto più possibile.
E ancor di più in tempi di pandemia influenzale.
Nell'ultima settimana l'OMS ha registrato un aumento del 14% dei casi di influenza A, e ovunque ci si volti vi sono persone influenzate.
Occorre quindi che ogni trapiantato faccia la massima attenzione, ancor più degli altri, a evitare di entrare in contatto con persone influenzate, e per quanto possibile, evitare mezzi pubblici, luoghi chiusi e affollati.
Se non è possibile evitarli, indossare una mascherina e ricordarsi di lavarsi più volte al giorno le mani, anche con una soluzione idroalcolica.
In particolar modo, durante il picco della pandemia, sarebbe prudente evitare del tutto i luoghi pubblici.
Da non sottovalutare inoltre le più banali
norme igieniche.
Per quanto poi riguarda la vaccinazione i pareri sono discordanti.
Negli ultimi tempi si infiammano le polemiche.
I medici tendono a non vaccinarsi. I medici che sanno gli effetti nocivi che a volte causano le vaccinazioni.
I vaccini, d'altro canto sono di due tipi, quelli con adiuvanti e quelli senza.
Premesso che non sono sono un medico, né un chimico, cerco solo di ottenere delle informazioni quanto più attendibili possibili, nella mia ricerca mi è parso di capire che gli adiuvanti servirebbero a far sì che, da una stesso quantitativo di sostanza di base, si possa ricavare un maggior numero di vaccini.
E l'adiuvante utilizzato è lo squalene. Una sostanza da alcuni posta sotto accusa, perché pare che, in soggetti predisposti, possa scatenare delle patologie silenti.
E quindi sarebbero da prediligere i vaccini senza adiuvanti.
Ma d'altra parte, da noi pare che, proprio come dicevo, per poter predisporre di un maggior numero di vaccini, siano arrivati i vaccini con adiuvanti.
E intanto dal Ministero della Salute arrivano le linee guida per le vaccinazioni.
Diramate dal dottor Alessandro Nanni Costa, direttore del Centro Nazionale Trapianti, ai Centri di riferimento regionali.
In pratica il vaccino, secondo le indicazioni del Ministero, è indicato per le pesone trapiantate da più di sei mesi, a cui saranno somministrate due dosi a distanza di quattro settimane l'una dall'altra.
E dato che in persone in terapia immunosoppressiva si prevede una bassa risposta agli stimoli vaccinali, è fortemente raccomandata la vaccinazione delle persone conviventi.
L'intero documento è possibile visualizzarlo qua.
Ma altri centri trapianti, consigliano ai propri pazienti - a parte la massima cautela ad evitare il contatto con persone malate, a indossare la mascherina in luoghi pubblici e a lavarsi frequentemente le mani - consigliano di vaccinarsi solo se è loro messo a disposizione un vaccino senza adiuvanti.
E in caso di contagio un trapiantato dovrebbe assumere dal primo giorno un antivirale.
In ogni caso ogni trapiantato, in questo periodo, occorre che faccia attenzione costantemente a chiunque entri in contatto con lui.
A volte anche un colpo di tosse può trasmettere il virus, e non c'è vergogna a indossare una mascherina all'ufficio postale o al supermercato.
L'ideale sarebbe però che negli uffici o al supermercato ci vada qualcun altro.
Le stesse cautele andranno prese anche da coloro che convivono con una persona trapiantata.
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