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Staminali: uno studio sulla rigenerazione del tessuto renale
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Staminali: uno studio sulla rigenerazione del tessuto renale
STAMINALI: UNO STUDIO SULLA RIGENERAZIONE DEL TESSUTO RENALE
Pare che il sogno stia per diventare realtà.
Uno studio italiano, condotto dal professor Remuzzi dell'Istituto Negri di Bergamo, sta indagando sulla possibilità che ha il rene di rigenerare se stesso e valutare quindi se l'uomo può intervenire e quindi modulare tale processo. C'è difatti la possibilità di trovare, nascoste nei reni, delle cellule staminali adulte, specifiche del tessuto renale, con proprietà autorigeneranti che, opportunamente stimolate, possano determinare la rigenerazione dell'organo.
Sarebbe la fine del calvario della dialisi e del difficile iter del trapianto!
Il professor Remuzzi e il suo team sperano di poter amplificare le potenziali capacità rigenerative dei reni anche attraverso le cellule staminali adulte dell'organo. Difatti tale potere rigenerativo è comune a molti animali ma nei mammiferi questa potenzialità è ridotta, ma non assente.
Sono stati effettuati già degli esperimenti su delle cavie che hanno dato esito positivo nel miglioramento di danni renali.
A tale scopo si spera di poter impiegare anche cellule staminali adulte del midollo osseo.
La notizia è apparsa sull'ultimo numero di Lancet dove viene dedicato ampio spazio alle malattie renali, sia negli aspetti preventivi che della cura.
La malattia renale è un male subdolo che spesso si manifesta solo quando il paziente si trova allo stato terminale con la sola alternativa, nei paesi ricchi, della dialisi o del trapianto.
Ma nei paesi poveri di insufficienza renale si muore ancora. E sono in questi ultimi quindi che è maggiormente sviluppata la cultura della prevenzione.
Pare impossibile ma nei paesi occidentali non vi è molta informazione sulla prevenzione delle malattie renali. Sarà perché intorno al'insufficienta renale vi è un grosso giro di danaro, iniziando dai costi degli alimenti aproteici, che non tutti consigliano, agli enormi costi per la dialisi e i farmaci che i pazienti dializzati e trapiantati sono costretti ad assumere a vita?
Perché basta davvero poco a prevenire la malattia renale. Basta un semplice esame di urina per la verificare la presenza di proteine nelle urine - proteinuria - che è il prmo indice di danno renale.
"Nella maggioranza dei pazienti con escrezione urinaria di proteine, non-diabetici e diabetici, la malattia renale può essere fermata." Sottolinea il professor Giuseppe Remuzzi che, con il suo team, ha progettato un trattamento multi-protocollo, per ridurre la perdita di proteine con le urine, e quindi impedire che il danno renale in fase iniziale possa progredire allo stadio terminale.
Ma nonostante questi progressi, Remuzzi sottolinea che "se il cuore batte e il polmone respira, il rene non fa alcun rumore, e spesso le persone finiscono per presentare una malattia renale allo stadio terminale senza mai aver capito cosa non andava."
La mancanza di attenzione alla prevenzione delle malattrie renali è data dal fatto che riceve poca attenzione dai media, nei programmi di prevenzione e di salute.
Inoltre per protegegre i reni è opportuna una attenzione alle malattie cardiovascolari.
La malattia renale cronica incide sulla salute cardiovascolare. Occorre quindi anche una particolare attenzione alle condizioni cardiovascolari.
Pare che il sogno stia per diventare realtà.
Uno studio italiano, condotto dal professor Remuzzi dell'Istituto Negri di Bergamo, sta indagando sulla possibilità che ha il rene di rigenerare se stesso e valutare quindi se l'uomo può intervenire e quindi modulare tale processo. C'è difatti la possibilità di trovare, nascoste nei reni, delle cellule staminali adulte, specifiche del tessuto renale, con proprietà autorigeneranti che, opportunamente stimolate, possano determinare la rigenerazione dell'organo.
Sarebbe la fine del calvario della dialisi e del difficile iter del trapianto!
Il professor Remuzzi e il suo team sperano di poter amplificare le potenziali capacità rigenerative dei reni anche attraverso le cellule staminali adulte dell'organo. Difatti tale potere rigenerativo è comune a molti animali ma nei mammiferi questa potenzialità è ridotta, ma non assente.
Sono stati effettuati già degli esperimenti su delle cavie che hanno dato esito positivo nel miglioramento di danni renali.
A tale scopo si spera di poter impiegare anche cellule staminali adulte del midollo osseo.
La notizia è apparsa sull'ultimo numero di Lancet dove viene dedicato ampio spazio alle malattie renali, sia negli aspetti preventivi che della cura.
La malattia renale è un male subdolo che spesso si manifesta solo quando il paziente si trova allo stato terminale con la sola alternativa, nei paesi ricchi, della dialisi o del trapianto.
Ma nei paesi poveri di insufficienza renale si muore ancora. E sono in questi ultimi quindi che è maggiormente sviluppata la cultura della prevenzione.
Pare impossibile ma nei paesi occidentali non vi è molta informazione sulla prevenzione delle malattie renali. Sarà perché intorno al'insufficienta renale vi è un grosso giro di danaro, iniziando dai costi degli alimenti aproteici, che non tutti consigliano, agli enormi costi per la dialisi e i farmaci che i pazienti dializzati e trapiantati sono costretti ad assumere a vita?
Perché basta davvero poco a prevenire la malattia renale. Basta un semplice esame di urina per la verificare la presenza di proteine nelle urine - proteinuria - che è il prmo indice di danno renale.
"Nella maggioranza dei pazienti con escrezione urinaria di proteine, non-diabetici e diabetici, la malattia renale può essere fermata." Sottolinea il professor Giuseppe Remuzzi che, con il suo team, ha progettato un trattamento multi-protocollo, per ridurre la perdita di proteine con le urine, e quindi impedire che il danno renale in fase iniziale possa progredire allo stadio terminale.
Ma nonostante questi progressi, Remuzzi sottolinea che "se il cuore batte e il polmone respira, il rene non fa alcun rumore, e spesso le persone finiscono per presentare una malattia renale allo stadio terminale senza mai aver capito cosa non andava."
La mancanza di attenzione alla prevenzione delle malattrie renali è data dal fatto che riceve poca attenzione dai media, nei programmi di prevenzione e di salute.
Inoltre per protegegre i reni è opportuna una attenzione alle malattie cardiovascolari.
La malattia renale cronica incide sulla salute cardiovascolare. Occorre quindi anche una particolare attenzione alle condizioni cardiovascolari.
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