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“Trapianto…e adesso sport” un progetto in corso
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“Trapianto…e adesso sport” un progetto in corso
Dall' Emilia-Romagna è partito lo scorso anno il progetto "Trapianto... e adesso sport", con l´obiettivo di promuovere la ricerca sui benefici dell´attività sportiva per le persone che hanno avuto un trapianto d´organo.
Lo studio si propone di analizzare 120 persone trapiantate e suddivise in due gruppi: il primo sottoposto a un programma di attività fisica, il secondo senza programma di allenamento.
L´iniziativa vuole verificare se lo sport sia in grado di migliorare sia i parametri biologici che la condizione fisica del trapiantato, con effetti positivi sulla sopravvivenza dell’organo. In pratica se l’attività sportiva può fungere come un “farmaco”.
Il progetto è promosso dal Centro nazionale Trapianti in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità, l’Università di Bologna, il centro studi Isokinetic, il Gruppo Cimurri Impresa e sport, le associazioni di settore Aido e Aned.
Tale progetto parte dal presupposto che le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei trapiantati - favorita in questi pazienti dalle accentuate alterazioni del metabolismo lipidico indotte dalle gravi insufficienze d’organo e, soprattutto, dalle terapie antirigetto che questi individui devono cronicamente assumere - e quindi si cercano soluzioni per contrastare tale tendenza.
Alcuni studi preliminari condotti da uno staff medico selezionato dal Centro nazionale trapianti, hanno già dimostrato che l’attività fisica svolge un ruolo terapeutico per tutti i trapiantati.
Il protocollo di ricerca “Trapianto…e adesso sport” prevede la partecipazione di 120 trapiantati che saranno suddivisi in due gruppi di studio.
Al primo gruppo sarà prescritta e somministrata attività fisica con supervisione, sulla base di test di valutazione funzionale, mentre il secondo gruppo, di controllo, non sarà sottoposto ad alcun programma di allenamento.
Obiettivo dello studio è verificare se l’attività fisica prescritta ai trapiantati d’organo, da parte dei medici specialisti in medicina dello sport operanti sul territorio (Ssn) e somministrata da personale specializzato, sia in grado di migliorare sia i parametri biologici che la condizione fisica del trapiantato, con effetti positivi sulla sopravvivenza dell’organo.
Liberamente tratto da articolo sul sito del Ministero della Salute
Lo studio si propone di analizzare 120 persone trapiantate e suddivise in due gruppi: il primo sottoposto a un programma di attività fisica, il secondo senza programma di allenamento.
L´iniziativa vuole verificare se lo sport sia in grado di migliorare sia i parametri biologici che la condizione fisica del trapiantato, con effetti positivi sulla sopravvivenza dell’organo. In pratica se l’attività sportiva può fungere come un “farmaco”.
Il progetto è promosso dal Centro nazionale Trapianti in collaborazione con l’Istituto superiore di Sanità, l’Università di Bologna, il centro studi Isokinetic, il Gruppo Cimurri Impresa e sport, le associazioni di settore Aido e Aned.
Tale progetto parte dal presupposto che le patologie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei trapiantati - favorita in questi pazienti dalle accentuate alterazioni del metabolismo lipidico indotte dalle gravi insufficienze d’organo e, soprattutto, dalle terapie antirigetto che questi individui devono cronicamente assumere - e quindi si cercano soluzioni per contrastare tale tendenza.
Alcuni studi preliminari condotti da uno staff medico selezionato dal Centro nazionale trapianti, hanno già dimostrato che l’attività fisica svolge un ruolo terapeutico per tutti i trapiantati.
Il protocollo di ricerca “Trapianto…e adesso sport” prevede la partecipazione di 120 trapiantati che saranno suddivisi in due gruppi di studio.
Al primo gruppo sarà prescritta e somministrata attività fisica con supervisione, sulla base di test di valutazione funzionale, mentre il secondo gruppo, di controllo, non sarà sottoposto ad alcun programma di allenamento.
Obiettivo dello studio è verificare se l’attività fisica prescritta ai trapiantati d’organo, da parte dei medici specialisti in medicina dello sport operanti sul territorio (Ssn) e somministrata da personale specializzato, sia in grado di migliorare sia i parametri biologici che la condizione fisica del trapiantato, con effetti positivi sulla sopravvivenza dell’organo.
Liberamente tratto da articolo sul sito del Ministero della Salute
Spedizione di sei trapiantati nel deserto
Dal sito del Centro Nazionale Trapianti si legge anche della spedizione di sei trapiantati di rene nel deserto algerino.
Come spesso accade l'uomo in qualsiasi condizione cerca di superare i propri limiti. E sono di certo delle iniziative encomiabili, ma non so in verità quante persone tra trapiantati e persone del tutto sane, si cimenterebbero in 18 chilometri a piedi ogni giorno...
Ecco l'articolo.
Terminata con successo la spedizione dei sei trapiantati nel deserto dell'Algeria.
Il 15 dicembre scorso, nel corso di una conferenza stampa, tenutasi a margine del congresso della Società Italiana dei Trapiantati d’Organo (SITO) a Milano, sono stati presentati i risultati scientifici preliminari relativi all’Italian Transplant Trekking, una spedizione di sei trapiantati nel deserto algerino.
L’iniziativa, promossa dalla Fondazione per l’Incremento dei Trapianti d’Organo e Tessuti (FITOT) in partnership con Novartis e con il supporto scientifico del Centro Nazionale Trapianti (CNT), è nata con l’obiettivo di sottolineare il ruolo dello sport come terapia aggiuntiva nel post-trapianto, a testimonianza della sua efficacia in termini di qualità di vita dei pazienti.
I sei trapiantati di rene (cinque uomini e una donna), che hanno sfidato il deserto algerino dal 4 al 13 dicembre scorso, sono stati sottoposti a rigorosi test clinici e sportivi per valutare la loro idoneità alla spedizione. Impegnati in escursioni a piedi per circa 18 chilometri al giorno, tra variazioni altimetriche che vanno da 1.000 a 1.720 metri, i sei trapiantati sono stati monitorati e sono stati registrati parametri quali la frequenza cardiaca, l’idratazione e il metabolismo basale, in movimento e a riposo.
L’Italian Transplant Trekking si inserisce nel più ampio progetto “Trapianto…e adesso sport” nell’ambito del quale è stato avviato uno studio clinico promosso dal Centro Nazionale Trapianti in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Centro Studi Isokinetic (Bologna) e all’Università degli Studi Alma Mater di Bologna e che intende dimostrare in modo scientifico che l’attività fisica può costituire uno strumento fondamentale per migliorare la ripresa psico-fisica dopo un trapianto d’organo.
Ed ecco qui l'intero articolo
Come spesso accade l'uomo in qualsiasi condizione cerca di superare i propri limiti. E sono di certo delle iniziative encomiabili, ma non so in verità quante persone tra trapiantati e persone del tutto sane, si cimenterebbero in 18 chilometri a piedi ogni giorno...
Ecco l'articolo.
Terminata con successo la spedizione dei sei trapiantati nel deserto dell'Algeria.
Il 15 dicembre scorso, nel corso di una conferenza stampa, tenutasi a margine del congresso della Società Italiana dei Trapiantati d’Organo (SITO) a Milano, sono stati presentati i risultati scientifici preliminari relativi all’Italian Transplant Trekking, una spedizione di sei trapiantati nel deserto algerino.
L’iniziativa, promossa dalla Fondazione per l’Incremento dei Trapianti d’Organo e Tessuti (FITOT) in partnership con Novartis e con il supporto scientifico del Centro Nazionale Trapianti (CNT), è nata con l’obiettivo di sottolineare il ruolo dello sport come terapia aggiuntiva nel post-trapianto, a testimonianza della sua efficacia in termini di qualità di vita dei pazienti.
I sei trapiantati di rene (cinque uomini e una donna), che hanno sfidato il deserto algerino dal 4 al 13 dicembre scorso, sono stati sottoposti a rigorosi test clinici e sportivi per valutare la loro idoneità alla spedizione. Impegnati in escursioni a piedi per circa 18 chilometri al giorno, tra variazioni altimetriche che vanno da 1.000 a 1.720 metri, i sei trapiantati sono stati monitorati e sono stati registrati parametri quali la frequenza cardiaca, l’idratazione e il metabolismo basale, in movimento e a riposo.
L’Italian Transplant Trekking si inserisce nel più ampio progetto “Trapianto…e adesso sport” nell’ambito del quale è stato avviato uno studio clinico promosso dal Centro Nazionale Trapianti in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, il Centro Studi Isokinetic (Bologna) e all’Università degli Studi Alma Mater di Bologna e che intende dimostrare in modo scientifico che l’attività fisica può costituire uno strumento fondamentale per migliorare la ripresa psico-fisica dopo un trapianto d’organo.
Ed ecco qui l'intero articolo
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